L’Ecobonus 110 come funziona? Quando uscirà il decreto attuativo? Vediamo insieme le risposte ai due quesiti.
A chiarire una volta per tutte come funziona il bonus 110 per cento sarà il Parlamento, che sta per convertire in legge il Decreto Rilancio e l’articolo 119, quello dedicato alle ristrutturazioni di casa tra il 2020 e il 2021. Nel testo pubblicato in Gazzetta ufficiale sono presenti dei punti critici che ne limitano molto l’applicazione e su cui sono stati presentati degli emendamenti. Tra queste novità, l’estensione dell’Ecobonus 110 per cento anche alle seconde case unifamiliari e alle villette a schiera, oltre che al mondo del Terzo settore. Secondo la versione stilata del governo (e adesso in approvazione alle Camere) il bonus prevede un meccanismo di cessione del credito d’imposta che, nei fatti, permetterà di fare una ristrutturazione gratis. Ma cosa rientra in queste agevolazioni? Solo lavori legati al miglioramento dell’efficienza energetica, oltre al Sismabonus per l’adeguamento antisismico. Si va dai pannelli solari, alla caldaia, ma con dei requisiti stringenti per richiederlo. Esclusi invece gli interventi per le finestre (per gli infissi rimane la vecchia detrazione al 50% se la sostituzione non è abbinata ai 3 interventi previsti dall’ecobonus) e il cambio dei condizionatori.
Ecobonus: anche per la ristrutturazione delle seconde case unifamiliari?
Il bonus 110 per cento può essere richiesto per i lavori eseguiti dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per l’abitazione principale (all’interno di un condominio o in una villetta autonoma) oppure per le seconde case. Quest’ultimo punto ha subito delle modifiche durante l’iter di conversione in legge. Infatti, secondo il testo del Decreto Rilancio, l’agevolazione valeva solo per le seconde case facenti parte di condomini. Ma in parlamento è passato un emendamento che estende il super bonus anche alle villette unifamiliari usate per le vacanze e alle villette a schiera, per un massimo di una abitazione oltre alla principale. Esclusi gli edifici di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli, con codice catastale A1, A8 e A9). È stata anche ampliata anche la platea dei beneficiari: oltre agli istituti autonomi di case popolari e alle cooperative di abitazioni, è stato incluso anche il terzo settore e le associazioni sportive dilettantistiche.
Come funziona Ecobonus 110 per cento: la cessione del credito d’imposta
Ci sono due modi per godere del super ecobonus che funziona con il meccanismo del credito di imposta cedibile. È possibile chiedere uno sconto immediato ai fornitori dei servizi, azzerando la fattura (con una procedura per la quale si attendono le linee guida dell’Agenzia delle Entrate). Il tax credit passerà alle imprese che potranno a loro volta cederlo ad altri (ad esempio, alle banche). In alternativa, secondo l’articolo 119 del decreto rilancio, la detrazione del 110% del super ecobonus potrà essere recuperata nella dichiarazione dei redditi, spalmata in 5 anni, con rate dello stesso importo. Un’agevolazione del genere non si era mai vista. In pratica consentirà non solo di fare lavori gratis, ma di avere indietro un 10% in più di quanto sborsato. Ad esempio, se si spenderanno 10000 euro, per l’ecobonus al 110 per cento si avrà diritto a uno sconto fiscale di 11000 euro. Resta però da capire quali aziende aderiranno al bonus e saranno disponibili ad accollarsi lo sconto per poi scaricarlo dalle tasse.
Caldaia e pannelli: cosa rientra nel bonus 110
Il Decreto Rilancio individua gli interventi per cui scatta questo credito di imposta. In particolare si può richiedere l’ecobonus 110 per cento per:
- L’isolamento termico della parte esterna dell’edificio (il “capotto termico”). Le superfici interessate dai lavori devono essere più del 25% del totale, per una spesa massima di 60 mila euro a unità abitativa. Quindi, se ci si trova in un condominio, questa cifra andrà moltiplicata per il numero di appartamenti (i limiti di spesa saranno definiti dal decreto attuativo).
- Sostituzione della caldaia centralizzata in un condominio con un impianto che sia almeno di classe A, a pompa di calore e sistemi ibridi e geotermici, anche abbinati all’installazione di pannelli fotovoltaici. Il tetto massimo di spesa è di 30 mila euro, da moltiplicare per il numero delle unità abitative.
- Sostituzione della caldaia in abitazioni unifamiliari con un impianto di classe A o superiore, a pompa di calore e sistemi ibridi e geotermici, anche insieme all’installazione di pannelli fotovoltaici. La spesa massima detraibile è 30 mila euro.
Il requisito essenziale per richiedere il bonus 110 è che questi lavori dovranno migliorare la classificazione energetica dell’edificio di almeno 2 classi. Inoltre, solo se si effettua uno dei questi 3 interventi, nell’ecobonus al 110 per cento rientrano altre agevolazioni, in particolare:
- Pannelli fotovoltaici per un massimo di 48 mila euro (max 2.400 euro per ogni kW di potenza)
- Installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Infine l’ecobonus al 110 per cento è esteso agli interventi previsti dal precedente sismabonus (per lavori di adeguamento antisismico).
Come richiedere l’ecobonus 110 per cento e quando esce il decreto attuativo e quando sarà legge
A fare chiarezza sulle modalità operative (ad esempio su come richiedere l’ecobonus del 110 per cento sotto forma di sconto immediato in fattura o di cessione del credito) saranno due diversi step. Il primo, un provvedimento dell’Agenzie delle Entrate (che ancora non c’è ed è in ritardo). Il secondo, il decreto attuativo del Mise (Ministero dello Sviluppo economico). Quest’ultimo arriverà quando il Decreto Rilancio diventerà legge a tutti gli effetti. La conversione in legge da parte del Parlamento avverrà entro il 18 luglio 2020.
Per saperne di più su come funziona l’ecobonus 110, visita la pagina del sito dedicata ai contatti e utilizza il metodo che preferisci: i nostri esperti sono a tua disposizione.